Oggi ho scelto di parlare dell’impatto del consumo di uova sulla salute, e in particolare sull’aumento del rischio cardiovascolare. Scrivere un articolo originale sull’argomento è difficile perché è già stato ampiamente trattato, ma se mi darete fiducia e continuerete nella lettura spero di riuscire a stupirvi, presentandovi questo paper scientifico datato 2015!
Tra tutti gli alimenti adatti al consumo umano, soltanto uno ha dovuto scontrarsi con una forte limitazione al consumo: l’uovo!
Nel 1968 infatti l’American Heart Association (AHA) ha diffuso la raccomandazione dietetica di non superare il consumo di 3 tuorli d’uovo a settimana per la riduzione del rischio cardiovascolare.
Questa raccomandazione sicuramente era pratica: facilmente spiegabile dai professionisti della salute, semplicemente comprensibile e applicabile dalla popolazione, agevolmente correlabile con un aumento del rischio cardiovascolare a causa dell’elevato contenuto di colesterolo del tuorlo delle uova. Insomma, andava bene per tutti, eccezion fatta per i produttori di uova!
Fu così che nel 1984 nacque negli USA l’Egg Nutrition Center (ENC), ente promosso dall’industria produttrice di uova per finanziare la ricerca scientifica su questo alimento. Gli studi precedenti sugli animali concludevano che ad un aumentato apporto di colesterolo con la dieta corrispondeva un aumentato livello sierico di colesterolo. Indagini successive permisero però di far emergere alcune criticità:
Gli animali utilizzati come cavie erano solitamente erbivori, quindi con una risposta decisamente diversa all’eccesso di colesterolo rispetto a quella degli onnivori.
La somministrazione di colesterolo alimentare agli animali era elevatissima, a dosaggi farmacologi (ad esempio, pari a 6 uova al giorno per 6 settimane).
I livelli sierici rilevati erano solo relativi al colesterolo totale, non tenendo conto del rapporto tra LDL e HDL.
Nonostante questi dati incoraggianti, sembrava che l’approccio volto a ridimensionare le ricerche precedenti non portasse ai risultati sperati e le restrizioni dietetiche rimanevano valide. Le nuove ricerche si focalizzarono quindi sui benefici relativi al consumo di uova.
Questo nuovo approccio è quello che ha rappresentato senza dubbio la svolta dal punto di vista scientifico e che ci fa affermare oggi che le uova sono un alimento assolutamente prezioso che non deve mancare sulla nostra tavola!
Vediamo insieme una carrellata dei numerosi benefici:
Contengono proteine di elevata qualità biologica, insieme a vitamine e sali minerali. Sono reperibili in tutto il pianeta e sono una risorsa soprattutto per le classi socio-economiche più in difficoltà, anche in virtù del loro costo contenuto. E’ inoltre possibile variare il contenuto di oligoelementi delle uova variando la dieta delle galline.
Le proteine dell’uovo sono molto più sazianti nel lungo termine rispetto ad altre fonti proteiche: le uova sono quindi un’ottima scelta per la colazione nelle diete ipocaloriche.
Contenendo proteine animali di alta qualità biologica, unite ad una facilità di preparazione, masticazione e digestione, sono ideali per la prevenzione della sarcopenia nell’anziano.
Contengono elevati livelli di luteina e zeaxantina, bassi livelli delle quali sono stati correlati a maggiore rischio di cataratta e degenerazione maculare legate all’età.
Sono un’eccellente fonte di colina, indispensabile in gravidanza per la prevenzione della spina bifida e per il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto. Un’elevata assunzione di colina sembra importante anche per la prevenzione di vari tipi di cancro, tra cui il cancro al seno. L’integrazione della dieta con un uovo al giorno sopperirebbe eventuali carenze.
Ad oggi possediamo sufficienti dati scientifici per non dare più credito all’antica raccomandazione dell’AHA del 1968, ma a distanza di anni, purtroppo, non si è mai saputo come fosse stato ricavato questo limite di 300 mg come la quota massima di colesterolo assunto quotidianamente. Evidenze più recenti hanno inoltre dimostrato che il consumo di uova non impatta sul rischio cardiovascolare perché il rapporto LDL:HDL (che rappresenta il *vero*fattore di rischio!) non cambia.
Un articolo importante nella riabilitazione nutrizionale delle uova risale al 1999 (abstract disponibile qui): 117.000 persone parteciparono allo studio e si dimostrò che non c’era differenza nel rischio cardiovascolare tra chi consumava un uovo *a settimana* e chi ne consumava uno *al giorno*.
Lentamente, prima la AHA nel 2002, poi le linee guida nazionali di alcuni paesi (Gran Bretagna ed Australia, ad esempio), hanno rimosso il limite massimo di consumo settimanale delle uova.
Dopo circa 50 anni, la raccomandazione dietetica forse più famosa della storia è semplicemente stata tolta anche dalle linee guida americane perché non più ritenuta valida. Nella revisione delle Dietary Guidelines for Americans del 2015 infatti si legge:
“In precedenza, le Dietary Guidelines for Americans raccomandavano un apporto di colesterolo alimentare inferiore ai 300 mg al giorno. La revisione del 2015 non riporterà nuovamente questa raccomandazione perché nuove evidenze oggi disponibili non dimostrano una correlazione apprezzabile tra il consumo di colesterolo alimentare e i livelli sierici di colesterolo”
Qual è il messaggio che dobbiamo trarre da questa storia? Non solo, ovviamente, che possiamo mangiare tranquillamente le uova, che sono un prodotto assolutamente più naturale rispetto a tanti altri che troviamo nel nostro frigorifero o dispensa. In secondo luogo,
dobbiamo imparare a diffidare delle indicazioni che non hanno una base scientifica solida, che ci sono presentate senza un perché, che vengono tramandate come se fossero una tradizione, mentre il fondamento scientifico purtroppo manca.
Rendete vivo questo blog: fatemi sapere in che pasto preferite consumare le uova e qual è la vostra ricetta preferita!
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